Lecce-Juventus a mente fredda: il piano A è saltato, è tempo di pensare a un piano B

Ph Michel Caputo

Lecce – La Juventus strappa la vittoria al Via del Mare giocando solo quindici minuti. In questo frangente, Fagioli si veste da Del Piero e disegna un tiro a giro perfetto all’incrocio. Tolto il gol che ha decretato la vittoria dei bianconeri per 0 a 1, lo spettacolo, se così possiamo definirlo, ha avuto come protagoniste due squadre piatte. La Juventus sta attraversando un periodo di crisi e non ci permettiamo di addentrarci ulteriormente. Quello che preoccupa, invece, è il gioco della compagine giallorossa. Per la seconda partita consecutiva, fermo restano dei campanelli d’allarme già nelle gare con Cremonese, Roma e Fiorentina, i ragazzi di mister Baroni si sono arresi all’avversario.

Dalle dichiarazioni alla stampa di alcuni calciatori, parrebbe che la scelta di difendere nella propria metà campo, in queste ultime gare, sia frutto di un’idea di mister Baroni. Una scelta diversa rispetto a quella di inizio campionato in cui la squadra pressava il primo portatore di palla avversario. Il canovaccio lo conosciamo bene. L’intenzione del Lecce targato 2022/2023 è quella di creare un fortino difensivo per poi sfruttare gli spazi in contropiede. Inizialmente, la scelta ha pagato. Salvo alcuni passi falsi come quelli di Sassuolo e Torino, il Lecce ha dimostrato tenacia, determinazione e intensità nel pressing; attenzione, spazi stretti, lettura delle linee di gioco in fase di non possesso. Decisamente una squadra con una identità, alla ricerca dei tempi giusti per il contropiede. In questo momento, però, la squadra non pressa più nella metà campo avversaria. Non solo, non riesce più a ripartire in velocità.

A questo ci aggiungiamo che al piano A non è stato pensato un piano B. Men che meno il C. Questa mancanza sta venendo fuori in queste ultime partite. Se al Lecce non riesce il gioco studiato in estate, la squadra non riesce a fare altro.

L’assenza di idee alternative alla ripartenza in contropiede crea uno scenario pauroso. Le statistiche affermano che il Lecce è ultimo nelle classifiche per tiri in porta ed expected goals (occasioni da gol potenziali). Praticamente, se nella partita contro la Juve, non fosse arrivato quasi al 90’ il tiro di Hjulmand poi infrantosi sul palo esterno, il Lecce sarebbe uscito dal terreno di gioco con il risultato di zero tiri in porta, se vogliamo considerare tale il tiro del capitano. Va bene l’equilibrio e la tenuta in fase di non possesso ma, visto e considerato che almeno un gol a partita è stato subito, è necessario pensare a come segnarne almeno uno. Non c’è una luce in fondo al tunnel anche perché, pur cambiando l’ordine degli addendi – Oudin per Banda e Blin per Askildsen – il risultato non è cambiato. Se a questo si aggiunge l’avversario cioè una Juventus rimaneggiata, ferita, abulica e forse la meno forte degli ultimi tre anni, la logica conseguenza porta ad una riflessione: ci sono delle responsabilità di mister Baroni? Decisamente sì. È tempo di progettare un piano B e, forse, anche un piano C.

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