Il racconto di un weekend trascorso a Folgaria a stretto contatto con il Lecce

Lecce ritiroLecce – Il racconto di un caro amico della nostra redazione Vincenzo Lao. Due giorni passati a due passi dal ritiro dei giallorossi. Un’esperienza piena per vivere a 360 gradi il Lecce e per osservare le tappe di avvicinamento alla nuova stagione 2023/2024.

Il suo racconto: “Poco meno di 250 km separano Milano da Folgaria, la piccola città turistica trentina dell’Alpe Cimbra, che si distingue per la sua impronta sportiva. È infatti meta di appassionati di sci in inverno e sede del Folgaria Basketball Camp, iniziativa che, da oltre 30 anni, raduna, in estate, ragazzi e ragazze dai 7 ai 17 anni, con la passione del basket. Nei prossimi giorni vi avrà luogo il raduno pre-Mondiale dell’Italbasket di Gianmarco Pozzecco.

E, per il terzo anno consecutivo, ospita il ritiro estivo dell’U.S. Lecce.

Come già fatto lo scorso anno, decidiamo di percorrere quei 250 km, per assistere ad una giornata di ritiro della squadra, il sabato dell’amichevole. Che quest’anno, per la volontà del Mister di dare minutaggio ai tanti componenti attuali della rosa, diventa il sabato delle due amichevoli, una al mattino ed una al pomeriggio. Il nostro alloggio si trova a poche centinaia di metri dall’hotel che ospita i giallorossi, all’esterno del quale campeggia uno striscione UNIONE SPORTIVA LECCE. Turisti e tifosi, incuriositi, passando scrutano l’hotel e non è difficile vedere i calciatori fuori dalla struttura, radunati alla sera attorno al fuoco, o il Direttore Trinchera, passeggiare avanti e indietro, durante una delle sue tante telefonate.

Dopo una colazione rinforzata, saliamo presto al campo sportivo “Marzari”. I calciatori iniziano ad arrivare dalle 9.30, qualcuno fa palestra, altri iniziano i massaggi e la fisioterapia, prima di un’esercitazione tattica di gruppo agli ordini di Mister D’Aversa, che urla più volte che “è il dettaglio che fa la differenza”. Poche volte mi sono sentito così vicino alla squadra: la prossimità al campo ed una folla sparuta al mattino consentono di ascoltare quanto richiesto e voluto dal mister, che con energia prova ad imprimere nuovi concetti di gioco, ad una rosa che potrebbe essere anche diversa in alcuni interpreti tra un mese, agli inizi del campionato.

Le presenze sugli spalti si moltiplicano nel pomeriggio. Vediamo tanti gol, tra le due partite, ma ciò che importa è osservare nuovi movimenti, i nuovi arrivi, i giovani talenti, immaginare la loro adattabilità ad un campionato difficile come la serie A. Si prova a capire chi possa essere il nuovo Gonzalez, ammirato lo scorso anno a Rovereto. Si scommette sugli spalti e tra chi sceglie Dorgu, Berisha o Corfitzen risiede anche la magia di tifare per una squadra come il Lecce, che investe su nuovi giovani talenti e calciatori non noti ai più.

Si scrutano infine i volti, le espressioni, cercando l’esatto momento utile a capire chi possa essere scontento, chi possa essere sul punto di andare via, chi ha il viso rilassato e vuole restare. È un momento in bilico, in cui nel tifoso convive la paura di perdere uno dei calciatori chiave ed il fascino dell’ignoto, a cui Corvino ci ha ben abituato.

Partecipare ad una o più giornate di ritiro è un momento unico, in cui può capitare di vedere i nostri calciatori circondati dal calore di giovani ragazzini della zona che chiedono loro autografi e foto, in quanto giocatori di serie A. Anche se i calciatori faticano tanto, si percepisce un clima disteso e sereno. Non si hanno addosso le pressioni dei risultati, si azzerano le distanze tra i calciatori, i propri tifosi, se hanno la fortuna di andare come noi, e gli amanti del calcio, che in quel momento si trovano nella località dove la squadra è in ritiro. Non è difficile entrare in relazione con uno dei propri beniamini, a patto di non essere troppo timidi.

Al rientro, dopo aver preso un po’ di sole sugli spalti, cosa di cui potremo beneficiare prima di presentarci nelle prossime settimane sulle spiagge salentine, resta la sensazione di aver trascorso una giornata in un ambiente familiare e in compagnia di una comunità al fianco della quale ci ritroveremo uniti a lottare, non appena ricominceranno le partite che contano”.

Ringraziamo Vincenzo per il suo contributo.

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