Tradizione, cultura, passione: prima potatura per il vigneto del Castello di Copertino

img 7044Copertino (Le) – “È uno dei modi per aprire questa ricchezza al territorio, per non farlo diventare un museo chiuso e quindi inservibile. Se il Castello viene fruito nel modo corretto,  produce ricchezza, crea identità, non solo per Copertino ma per tutto il circondario. Ritornare a coltivare sui bastioni del Castello significa spiegare la vita e le tradizioni del nostro territorio e tutto ciò, secondo me, ha un valore inestimabile”.

Questa l’autorevole opinione del giornalista e scrittore Pino De Luca con cui ci siamo fermati a chiacchierare con in mano un calice di vino intorno a un piccolo banchetto, imbandito sul tetto del Castello di Copertino per festeggiare la prima potatura di un vigneto, nato da un’idea semplice ma sicuramente efficace. Il panorama da quassù è bellissimo.

L’impressione che si prova, varcando le soglie del Castello di Copertino, è quello di un posto magico, vestigia e testimonianza di un passato prosperoso. Poi, salendo su per una lunga e stretta scaletta, ti ritrovi sulle mura poderose del castello e là, sospeso tra cielo e terra, qualcosa che proprio non ti aspetti: un giardino. Un giardino segreto, nascosto agli sguardi, dove giovani piantine di vite crescono rigogliose, curate amorevolmente da un gruppo di persone che ha creduto e scommesso in un progetto di quelli che a pensarci ti restituiscono un pizzico di ottimismo per il futuro.

In questo giardino, che lentamente sta ritornando al suo antico splendore, noi di Paisemiu.com abbiamo incontrato Giuseppe Pizzolante Liuzzi, enologo della Cupertinum, Cantina sociale cooperativa di Copertino, e promotore di questo progetto.“Collaboro con la Cantina Sociale di Copertino da cinque anni, storicamente la cantina ha sempre avuto l’immagine del portale del Castello sulla sua etichetta principale, quindi mi sembrava strano che due cose così belle non dialogassero – comincia a raccontarci Giuseppe – Così ho iniziato a venire al Castello durante le visite guidate per i clienti cinesi e giapponesi a cui piaceva moltissimo questo posto. In una di queste occasioni mi è stata data l’opportunità di vedere la parte alta non aperta al pubblico e, chiacchierando con la guida, sono venuto a sapere che in passato su questi interrati c’erano piante di vite e di ulivo e da lì la lampadina si è accesa. Ho passato un’estate a cercare vecchie piante, vecchi genotipi, dal punto di vista agronomico era una cosa che mi piaceva molto. Quest’idea di piantare ha visto la luce grazie all’entusiasmo della direttrice del Castello, la dottoressa Caterina Ragusa e dell’architetto Francesco Canestrini, soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici. Nata un po’ per gioco, poi è cresciuta velocissima, siamo riusciti a fare quest’impianto in pochissimo tempo. Per questo progetto abbiamo scelto un negroamaro cannellino, una varietà antica di negroamaro che era andata un po’ perduta e che abbiamo voluto riproporre. Questa è la prima potatura – conclude mentre intorno a noi si procede con la potatura delle piante – Adesso le piante devono crescere e rinforzarsi”.

                                                                                                                                                       {gallery}Gallerie/VignaCopertino/{/gallery}

Con noi anche il presidente della Cantina Sociale di Copertino, Francesco Trono: “Per trasformare quest’idea in realtà, abbiamo fatto delle ricerche su documenti storici che hanno attestato come anticamente sulle mura del castello ci fossero giardini pensili dov’erano coltivati alberi e piante da frutto. Abbiamo coinvolto in queste ricerche la soprintendenza dei Beni Architettonici e Paesaggistici che ci ha onorato di poter impiantare lo scorso 2 aprile 2014 le piante di vigna che adesso, a distanza di 10 mesi, stiamo potando – Ci spiega il presidente, intanto il lavoro di potatura è quasi finito – Ci piacerebbe che di questa iniziativa possa beneficiare non solo la nostra azienda ma Copertino e tutto il Salento. Questo piccolo vigneto è da intendersi a mio avviso come un mezzo attraverso cui agricoltura e turismo s’incontrano, un modo per incrementare la proposta culturale che si sposa alla vocazione turistica del nostro territorio. Parte delle bottiglie di vino che otterremo da queste vigne saranno usate per un’asta di beneficenza per fare in modo che questa iniziativa diventi un bene per tutta la comunità di Copertino”.

Raggiungiamo il terrazzo del Castello dov’è stato allestito un piccolo rinfresco per festeggiare la prima potatura di queste giovani piante e incontriamo Massimo Apollonio, presidente dell’Associazione enologi e enotecnici di Puglia, Basilicata e Calabria, nonché enologo presso l’omonima azienda vinicola di Monteroni, anche lui molto entusiasta per questo progetto che, nato un po’ in sordina, ha finito per coinvolgere ed entusiasmare in tanti. “Un’iniziativa sicuramente lodevole. Già il Copertino all’interno del DOC del Salento è una chicca. È chiaro che un vigneto messo qui sulle mura del Castello diventa qualcosa di molto prezioso, un pezzo unico che non mancherà di attirare gli appassionati del settore. La potatura invernale è una tra le più importanti,  con essa si cerca di ottenere da queste piante ancora giovani il massimo della qualità. In questo caso è chiaro che oltre a vendere la qualità si venderà anche l’immagine, un vino prodotto da un’uva piantata sulla storia sarà davvero unico. La cantina sociale di Copertino è una delle ambasciatrici del vino salentino nel mondo, questo progetto aiuterà ancora di più l’esportazione e a far conoscere questi vini sia in Italia, sia all’estero”.

E in attesa della futura vendemmia in alto i calici, brindiamo tutti a questa piccola/grande idea che ci restituisce, rinnovato, un angolo magico di questo meraviglioso Castello, frutto della storia e dell’ingegnosità salentina.

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Tradizione, cultura, passione: prima potatura per il vigneto del Castello di Copertino

img 7044Copertino (Le) – “È uno dei modi per aprire questa ricchezza al territorio, per non farlo diventare un museo chiuso e quindi inservibile. Se il Castello viene fruito nel modo corretto,  produce ricchezza, crea identità, non solo per Copertino ma per tutto il circondario. Ritornare a coltivare sui bastioni del Castello significa spiegare la vita e le tradizioni del nostro territorio e tutto ciò, secondo me, ha un valore inestimabile”.

Questa l’autorevole opinione del giornalista e scrittore Pino De Luca con cui ci siamo fermati a chiacchierare con in mano un calice di vino intorno a un piccolo banchetto, imbandito sul tetto del Castello di Copertino per festeggiare la prima potatura di un vigneto, nato da un’idea semplice ma sicuramente efficace. Il panorama da quassù è bellissimo.

L’impressione che si prova, varcando le soglie del Castello di Copertino, è quello di un posto magico, vestigia e testimonianza di un passato prosperoso. Poi, salendo su per una lunga e stretta scaletta, ti ritrovi sulle mura poderose del castello e là, sospeso tra cielo e terra, qualcosa che proprio non ti aspetti: un giardino. Un giardino segreto, nascosto agli sguardi, dove giovani piantine di vite crescono rigogliose, curate amorevolmente da un gruppo di persone che ha creduto e scommesso in un progetto di quelli che a pensarci ti restituiscono un pizzico di ottimismo per il futuro.

In questo giardino, che lentamente sta ritornando al suo antico splendore, noi di Paisemiu.com abbiamo incontrato Giuseppe Pizzolante Liuzzi, enologo della Cupertinum, Cantina sociale cooperativa di Copertino, e promotore di questo progetto.“Collaboro con la Cantina Sociale di Copertino da cinque anni, storicamente la cantina ha sempre avuto l’immagine del portale del Castello sulla sua etichetta principale, quindi mi sembrava strano che due cose così belle non dialogassero – comincia a raccontarci Giuseppe – Così ho iniziato a venire al Castello durante le visite guidate per i clienti cinesi e giapponesi a cui piaceva moltissimo questo posto. In una di queste occasioni mi è stata data l’opportunità di vedere la parte alta non aperta al pubblico e, chiacchierando con la guida, sono venuto a sapere che in passato su questi interrati c’erano piante di vite e di ulivo e da lì la lampadina si è accesa. Ho passato un’estate a cercare vecchie piante, vecchi genotipi, dal punto di vista agronomico era una cosa che mi piaceva molto. Quest’idea di piantare ha visto la luce grazie all’entusiasmo della direttrice del Castello, la dottoressa Caterina Ragusa e dell’architetto Francesco Canestrini, soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici. Nata un po’ per gioco, poi è cresciuta velocissima, siamo riusciti a fare quest’impianto in pochissimo tempo. Per questo progetto abbiamo scelto un negroamaro cannellino, una varietà antica di negroamaro che era andata un po’ perduta e che abbiamo voluto riproporre. Questa è la prima potatura – conclude mentre intorno a noi si procede con la potatura delle piante – Adesso le piante devono crescere e rinforzarsi”.

                                                                                                                                                       {gallery}Gallerie/VignaCopertino/{/gallery}

Con noi anche il presidente della Cantina Sociale di Copertino, Francesco Trono: “Per trasformare quest’idea in realtà, abbiamo fatto delle ricerche su documenti storici che hanno attestato come anticamente sulle mura del castello ci fossero giardini pensili dov’erano coltivati alberi e piante da frutto. Abbiamo coinvolto in queste ricerche la soprintendenza dei Beni Architettonici e Paesaggistici che ci ha onorato di poter impiantare lo scorso 2 aprile 2014 le piante di vigna che adesso, a distanza di 10 mesi, stiamo potando – Ci spiega il presidente, intanto il lavoro di potatura è quasi finito – Ci piacerebbe che di questa iniziativa possa beneficiare non solo la nostra azienda ma Copertino e tutto il Salento. Questo piccolo vigneto è da intendersi a mio avviso come un mezzo attraverso cui agricoltura e turismo s’incontrano, un modo per incrementare la proposta culturale che si sposa alla vocazione turistica del nostro territorio. Parte delle bottiglie di vino che otterremo da queste vigne saranno usate per un’asta di beneficenza per fare in modo che questa iniziativa diventi un bene per tutta la comunità di Copertino”.

Raggiungiamo il terrazzo del Castello dov’è stato allestito un piccolo rinfresco per festeggiare la prima potatura di queste giovani piante e incontriamo Massimo Apollonio, presidente dell’Associazione enologi e enotecnici di Puglia, Basilicata e Calabria, nonché enologo presso l’omonima azienda vinicola di Monteroni, anche lui molto entusiasta per questo progetto che, nato un po’ in sordina, ha finito per coinvolgere ed entusiasmare in tanti. “Un’iniziativa sicuramente lodevole. Già il Copertino all’interno del DOC del Salento è una chicca. È chiaro che un vigneto messo qui sulle mura del Castello diventa qualcosa di molto prezioso, un pezzo unico che non mancherà di attirare gli appassionati del settore. La potatura invernale è una tra le più importanti,  con essa si cerca di ottenere da queste piante ancora giovani il massimo della qualità. In questo caso è chiaro che oltre a vendere la qualità si venderà anche l’immagine, un vino prodotto da un’uva piantata sulla storia sarà davvero unico. La cantina sociale di Copertino è una delle ambasciatrici del vino salentino nel mondo, questo progetto aiuterà ancora di più l’esportazione e a far conoscere questi vini sia in Italia, sia all’estero”.

E in attesa della futura vendemmia in alto i calici, brindiamo tutti a questa piccola/grande idea che ci restituisce, rinnovato, un angolo magico di questo meraviglioso Castello, frutto della storia e dell’ingegnosità salentina.

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