Moria di fichi nelle campagne del Salento

Il fico è uno dei frutti più antichi ed importanti della tradizione agricola del Salento e della Puglia. Gli agricoltori salentini sono preoccupati e in allarme per l’ improvvisa moria dei fichi in agro di Guagnano, Salice Salentino, Trepuzzi e non solo.

Il fico è originario dell’Asia Minore e, come attestano diversi documenti Egizi, la sua coltivazione è antichissima. In Italia è coltivato almeno a partire dall’VIII secolo a.C. I Romani lo diffusero in Europa, i Persiani lo portarono in Cina e nel XIX secolo d.C. si diffuse in India. Nella prima metà del ‘500 molte varietà arrivarono in America, con le spedizioni spagnole, ed infine, in Australia e nell’Africa Meridionale. In tutta la Puglia, la coltura del fico ha avuto per secoli una funzione fondamentale di sostentamento delle famiglie più povere e dell’economia agricola del territorio. Il suo successo è da attribuirsi a diversi fattori quali la spiccata adattabilità della pianta a qualsiasi terreno, la brevità dei tempi di fruttificazione, il modesto fabbisogno idrico ma, soprattutto, la prelibatezza del gusto e le numerose proprietà nutritive.

I fichi sono piante che crescono bene in terre soleggiate come il Salento e rappresentano  una delle note distintive del paesaggio salentino, lo sanno bene i contadini che in estate si rifocillano con i gustosi frutti dolcissimi, succulenti e carnosi altamente energetici, per l’alto contenuto di zuccheri. Percorrendo le stradine di campagne salentine si possono notare, negli appezzamenti alberi di fichi visibilmente malati, sofferenti o completamente secchi.

Anche nelle campagne dei Comuni di Trepuzzi e Salice Salentino è stato rilevato lo stesso problema, ficheti completamente disseccati o in fase di disseccamento. Svariati e numerosi sono i cerambicidi che possono infestare e far ammalare il fico e gli agronomi devono identificare la specie studiandone le larve. Tutte le specie sono fitofaghe, cioè si nutrono di vegetali, almeno durante il periodo larvale. La maggior parte delle larve è più precisamente xilofaga, cioè si nutre di legno, scavando gallerie entro conifere o latifoglie, sia vive che morte, perlopiù marcescenti. Le specie legate a piante di interesse agrario o forestale possono produrre talvolta gravi danni economici.

Dopo che gli uliveti sono stati divorati dalla xylella molti imprenditori salentini, da diversi anni si sono dedicati alla coltivazione di “ficheti”. Nel 2008 a Carpignano Salentino nella tenuta Furnirussi è stato impiantato su oltre dodici ettari di terreno il ficheto biologico più grande d’Europa con quattromila e cinquecento alberi suddivisi in sette blocchi di differenti varietà. Con la moria dei fichi, l’agricoltura salentina rischia nuovamente di pagare dazio a causa di un insetto. I fichi sono una  prelibatezze del Salento, simbolo di una terra arsa e selvaggia da salvaguardare e recuperare in tutta la sua straordinaria bellezza.

1 comments
  1. Ho letto solo adesso il suo articolo del settembre 21sulla moria dei fichi in Salento io ho segnalato al dott Mello la morte di fichi nel mio piccolo fondarello in agro di TREPUZZI
    Complimenti x l’articolo quello che ha scritto è la vera storia dei FICHETI
    Mi auguro che la provincia dedichi un po’ di tempo a questa distruzione

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