Miss Italia e la buona scuola

Miss Italia 2015La storia é una materia bellissima. Non quella spiegata in aule demotivate e frettolose perché il tempo stringe e i professori sono indietro col programma. E che poi il tipo ti interroga, tu non sai niente e prendi tre, tanto che fa? Quella é una palla immensa. E tu meriti tre e il tuo prof annoiato pure, e nessuno di voi due si duole più di tanto, la campanella sta per suonare, e fuori c’é il traffico e un milione e mezzo di motivi che ti fanno desiderare solo l’oblio.

A te e al professore. A ciascuno l’oblio in cui si sente meglio. La storia vera è quella fatta di parole appassionate, della voglia di portare alla luce situazioni che ci hanno formati, quella di lacrime e sangue. E morti, feriti, fame. Donne sole, madri mogli figlie, che impastavano una manciata di farina con le preghiere di notti insonni e disperate, giorni neri in balia di venti sconosciuti, come i destini. Racconti di vita, di eserciti, di tragedie e scelte, di politica e lotta. Di buoni e cattivi. Di giusto e sbagliato. Della linea sottile che divideva le coscienze. Di popolo e conquiste. I racconti di storia nascono nelle nostre case.

Io non voglio difendere una ragazzina che vorrebbe essere una donnetta idiota che tanto, non dovendo fare il militare, sta lì al balcone a vedere come si combatte e si muore, in un 1942 che, come da lei descritto, esiste solo nella sua mente infarcita di fiction e tv spazzatura. Una mente infastidita da pagine e pagine di storia evidentemente proposte in modo sbagliato, e formata allo squilibrio di una realtà spesso costruita ad arte, come un gioco stupido, come la peggiore delle telenovelas. Proposta ad hoc per spegnere le menti.

La storia bella è quella che nasce dalle e nelle nostre case. Un padre che lascia tutto il peso del suo lavoro fuori, entra in casa sua e parla con i figli. Racconta del tempo della sua gioventù, di quando lottava per conquistare i suoi spazi, di quando incontrò la mamma e se ne innamorò. La storia bella è quella dei nonni seduti davanti ai caminetti nelle sere d’inverno con i nipotini pieni di stupore e meraviglia che ascoltano racconti di schiene curve e di fredde campagne. La storia bella è quella che nasce dalle chiacchiere delle vicine di case che siedono nelle serate di estati bollenti ai lati delle strade e raccontano la vita e la morte di Tizio, Caio e Sempronio, e insegnano ai più piccoli l’arte della fantasia. La storia bella è quella di chi ci passa accanto. Di chi ha bisogno di un gesto di solidarietà, di chi lascia il proprio paese per cercarne uno dove vivere e non morire, e porta con sé secoli di giorni passati, nel tentativo di ricostruirli sotto cieli diversi. Quella di chi attorno a noi vive guerre che non è difficile vedere, se lo si vuole.
La storia è amore per il prossimo, è curiosità pura e sfrondata da ogni zavorra di propaganda misera. La storia è maestra per chi vuole imparare. La storia siamo noi adulti, perché noi la possiamo raccontare. I muri che ci hanno visto nascere, i nostri paesi, le nostre comunità, le abitudini, le caratteristiche, i difetti, i dialetti, i cimiteri, le biblioteche, i teatri. E le piazze, le panchine e le cartoline ingiallite. E le scuole vere, di docenti che abbiano due soli padroni: i propri studenti e la passione per il loro lavoro.

No, non credo che la nuova diciottenne Miss Italia sia l’unica colpevole di quell’uscita infelice e goffa. Poco male. Chi per lei scriverà un comunicato in cui chiarirà che l’emozione gioca brutti scherzi, chiederà scusa ai reduci e ai caduti in guerra, devolverà una somma di denaro a qualche associazione benemerita e tutti la perdoneremo, in linea con quello che siamo diventati. Con rispetto verso migliaia di giovani, di docenti e di famiglie che si impegnano ogni giorno per svolgere al meglio il proprio ruolo, mi verrebbe da rivedere la scena.

E non mi fa affatto ridere.

“Se dovesse scegliere, signorina, in quale epoca storica le sarebbe piaciuto vivere e quale personaggio le sarebbe piaciuto essere?”

Ah, guardi, non ho dubbi: in questa, e … il personaggio? Sì, proprio miss Italia, o la velina, o la tronista di Uomini e Donne

Proprio no, nessuna ilarità, anzi l’idea fastidiosa che noi adulti li amiamo male, questi nostri ragazzi.

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