Lecce, parcheggio Comdata: e i politici spostano l’attenzione

Al signor VigileVorremmo, per una volta, raccontarvi una storia i cui protagonisti sono politici senza cadere nei luoghi comuni. Vorremmo leggere slogan non stereotipati. Invece no, dobbiamo parlare di storie trite e ritrite che non giungono mai a conclusione. Non intendiamo, però, fare spallucce e mai lo faremo. Se il male italiano è la rassegnazione, noi vogliamo continuare ad essere megafono per i cittadini. In questa settimana paisemiu.it ha seguito la vicenda annosa del parcheggio che serve Comdata, City Moda, Famila e G di Giochi a Lecce. Abbiamo seguito il tutto mettendo al centro il problema, nel tentativo che qualcuno prendesse in seria considerazione la questione e proponesse delle soluzioni. Non abbiamo voluto riportare le dichiarazioni dei vari politici che si sono susseguite, semplicemente perché avevano il sapore di parole vuote gettate al vento. Solo bagarre, teatrini in vista delle elezioni. Ripicche tra potenti (?) che fanno cascare le braccia.

Come se quel parcheggio a Lecce fosse lì da ieri.

Se solo qualcuno avesse in sordina preso il telefono, chiamato chi di competenza e proposto soluzioni invece di diramare fiumi di comunicati, se solo dall’altra parte avessero cercato il dialogo piuttosto che fare multe a raffica in una sorta di vendetta trasversale, ci sarebbe stato sicuramente qualcosa da raccontare. Invece no, la campagna elettorale impera e la propaganda diventa uno stile di vita.

Intanto il malcontento dei dipendi dell’area interessata cresce, si sentono strumentalizzati in questa improvvisata campagna elettorale e l’effetto boomerang ha creato molta sfiducia nelle istituzioni.

Peccato, dato che l’area è popolata da giovani che coltivano sogni e progetti, giovani che mantengono la famiglia fatta di bimbi piccoli, persone sulle quali bisognerebbe investire alimentando la speranza. Ma sono situazioni note già vissute in passato, appena si sente odore di ingiustizia sociale, l’ira dei politicanti di turno si solleva naufragando poi in una bolla di sapone. Lo abbiamo visto anche con vertenze importanti, Adelchi e Omfesa giusto per citarne un paio.

Pensare che i dipendenti erano pronti al dialogo e addirittura disposti a contribuire di tasca propria alla messa in sicurezza dell’area. Se solo qualcuno li avesse davvero ascoltati e li avesse resi protagonisti del problema che li coinvolge. Così dall’essere propositivi si finisce per essere “vendicativi” e fa il giro tra i dipendenti questa foto che vi proponiamo. Una frase emblematica che sottolinea come questa storia stia diventando una guerra tra poveri che rasenta la barzelletta.

Si cercava di denunciare un problema, si cercava di evidenziare la paura e invece è finita in un bisticcio per un parcheggio.

Ai posteri l’ardua sentenza!

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