In scena a Squinzano ” Il piccolo Cyrano” di Mariluce Vespucci

locandina Cyrano ULTIMASquinzano (Le) – Nella suggestiva cornice di Villa Cleopazzo a Squinzano,  questa sera – ore 20.45 – la compagnia teatrale Ghèfiura presenta  “Il piccolo Cyrano” libero adattamento del “Cyrano De Bergerac” di Edmond Rostand. Lo spettacolo, patrocinato dal comune di Squinzano, è messo in scena da i ragazzi del Laboratorio Teatrale “Don Nicola Leone” con la regia di Mariluce Vespucci.

“Prendendo proprio spunto dal nome ‘Ghèfiura’ della nostra compagnia, che deriva dal greco e significa “ponte”, ho pensato appunto, che si potesse costruire una sorta di ponte ideale tra il nostro gruppo e le nuove generazioni.” Ci racconta Mariluce durante una nostra breve chiacchierata.

“Io sono stata sempre attratta dalla letteratura classica, da tutto ciò che è arte ed emozione e credo che sia fortemente importante stupirsi ancora del ‘bello’. Essendo un’educatrice cerco di curare la formazione dei miei ragazzi, sia a scuola che a teatro, stimolandoli sempre ad esternare le emozioni e canalizzarle verso attività creative che possano gratificare e motivare ogni singolo talento. Nell’ambito della compagnia, mi interesso molto della scelta dei testi, delle ambientazioni, dei costumi e per me diventa relativo l’apparire in scena.

Ritengo che sia molto più interessante tutto il percorso di costruzione di un’opera. La valenza educativa del teatro sta proprio nel fatto che, coinvolgendo tutti i linguaggi del corpo, ci porta ad interpretare diverse personalità e quindi a capirci e a capire di più gli altri. Devo dire che in più di 10 anni di esperienze nel mondo del teatro, tra corsi e sperimentazioni, ed in 4 anni di laboratorio teatrale per i ragazzi, ho visto sbocciare tanti giovani talenti che a scuola o in famiglia apparivano introversi e non riuscivano a socializzare. Considero queste le mie grandi vittorie!”

Le chiediamo di parlarci del Piccolo Cyrano. “Da tempo pensavo alla possibilità di portare in scena un’opera classica così conosciuta, ma avevo il dubbio che potesse apparire una scelta presuntuosa. Non ho mai pensato però che non potesse essere adatta alla fascia d’età dei miei ragazzi. Quando si parla con pulizia di sentimenti, secondo me va sempre tutto bene. Certamente è stato necessario semplificare il testo, renderlo più fruibile e alleggerirlo con qualche gag. La storia però resta intatta, ed i ragazzi sono stati coinvolti ed affascinati dall’irruenza, dalla ‘guasconeria’ apparente di Cyrano, che in realtà nasconde la sua fragilità, il suo sentirsi diverso e non amato. È la storia bellissima di un amore ideale, ma anche di una grande amicizia e di un generoso sacrificio. Ho cercato di soffermarmi con loro proprio sulla ‘diversità’ di Cyrano, che sapeva ridere del suo enorme naso e con la sua ironia ed il suo coraggio non si piegava mai alle mediocrità ed agli abusi di potere. Sono messaggi forti da lanciare, che se resistono nel tempo e restano sempre attuali è perché sono condivisi da tutti i giovani e portano con sé  saldi principi e valori che potrebbero aiutarci ad affrontare meglio il futuro. Forse i miei  propositi sono un po’ utopistici, ma è così bello sognare! “

Ma quello che cerca di trasmettere ai ragazzi con cui lavora può avere una giusta valenza sociale? Le domandiamo infine. “Credo proprio di sì ”. Ci risponde convinta. ” Come appunto dicevo precedentemente, si sono avvicinati al mondo della drammatizzazione bambini che non riuscivano a comunicare, o ragazzi molto esuberanti che conoscevano ben poco della ‘disciplina’ e dell’impegno che comporta il teatro, considerato superficialmente pura esibizione scenica. Il lavoro  di preparazione che si fa in laboratorio invece porta in tutt’altra direzione. Si lavora sulle sensazioni corporee, sulla gestione corretta dei movimenti e dell’interazione con gli altri, sull’uso e sul valore della parola, sulla cooperazione  e soprattutto sulla pazienza ed il rispetto reciproco. Il sentirsi squadra a quell’età aiuta tanto, ci si sente protagonisti di un progetto comune, dove ognuno può apportare la sua sensibilità. Purtroppo i ragazzi oggi sono sottoposti ad una totale omologazione dei pensieri e ad un livellamento della creatività spontanea e della comunicazione genuina e non filtrata attraverso mode e mass media in generale. Io nel mio piccolo cerco di combattere da sempre questo, ed ogni ‘etichetta’ che possa essere affibbiata ad una persona che invece considero in continuo divenire. Cerco di essere piccola con i piccoli, tanto che a volte qualcuno di loro mi chiede: Maestra cosa farai da grande?” Conclude con un sorriso.

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