La Terza Repubblica

terza repubblica 940Siamo o non siamo nella Terza Repubblica? La risposta non può che essere affermativa. L’abbrivo è stato dato da Napolitano e da Monti, che, attraverso manovre al limite del costituzionale, hanno posto le basi, oramai solide, dove il capo del governo non ha niente a che vedere con il consenso del popolo. Tutti speriamo che nel futuro si torni alle vecchie pratiche e cioè che il Capo dello Stato, il garante della Costituzione e della democrazia, rispetti la volontà dei cittadini. In ogni caso, di sicuro non v’è nulla e tutto lascia intravedere che questa diventi una prassi consolidata.

E Mattarella? Mattarella è con Renzi, un uomo che non è stato eletto da nessuno, che nessuno conosce i suoi programmi, che nessuno conosce le sue idee se non la voglia di “rottamare”. Certamente anche Mattarella in tutto questo ha il suo peso, perché non v’è stato segno da parte sua di sciogliere le camere e rimettere il Governo alla volontà popolare.

E ci aspettano altre elezioni-farsa? A giudicare dai grillini, sì. I grillini, più volte vicini ad agguantare il potere, l’hanno rifiutato ed hanno preferito strutturarsi in una veemente opposizione senza tuttavia sostanza. Un’opposizione di parole, ma nulla più.

Ma qual è in nuovo scenario, nei tratti generali? Si potrebbe definire uno Stato liberale, democraticamente zoppicante. A destra, dove prima c’era Berlusconi e la casa delle libertà, ora troviamo Renzi ed i renzisti, tra i quali molti personaggi reclutati nella vecchia destra, che stanno smontando progressivamente il welfare, che hanno annientato lo statuto dei lavoratori e reso flessibile il lavoro e il mercato del lavoro, che hanno redistribuito la ricchezza nazionale dalle classi popolari all’alta burocrazia dello Stato, alle banche e alle grandi famiglie italiane. Ma c’è di più. Che hanno impoverito e depauperato il Sud, sotto il profilo culturale e patrimoniale; che hanno aperto l’Italia al capitalismo internazionale selvaggio.

E l’opposizione? A sinistra chi c’è? Ma naturalmente i grillini, tutti mondi dal “peccato della giustizia”. Sì, dei puritani proprio come gli uomini del PCI della Prima Repubblica e dei Ds durante mani pulite e per tutti gli anni ’90. La novità di quest’opposizione è che non si pone come alternativa di governo. I grillini non hanno un programma politico se non quello dell’efficentamento dello Stato, del risparmio sulla spesa pubblica, della legalità. Un’opposizione economica, poco costosa e sana giudiziariamente. Peraltro, sono stati inglobati dal sistema politico italiano, causa questa dell’ultima mossa del Leader, che non avendo più ragion d’essere, si sta defilando.

E la vecchia destra? E’ facile credere che, essendo stata sostituita dai renziani, sia spacciata, perché priva di forza intellettuale, necessaria a trovare nuovi schemi, nuove formule politiche, nuove funzionalità sociali: è appiattita su di un pragmatismo vecchio ed oramai inconcludente, molto meglio interpretato da Renzi e i suoi. La battaglia per la poltrona, tipico dei destrorsi della seconda repubblica, è completamente fuori moda e non più funzionale alla stabilità del Paese.

Il capitalismo italiano, le grandi famiglie italiane trovano più efficace ed efficiente il renzismo, e decisamente comoda ed economica l’opposizione dei 5 stelle.

La vecchia destra che cosa propone? Che cosa offre di nuovo all’Italia. Pare un vecchio vinile rigato che si incanta ad ogni piè sospinto. La vecchia destra non si è accorta che i giochi sono cambiati… Ma questo vale anche per i nostalgici del DS.

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