Grande Salento: società morente?

Grande SalentoÈ di grande attualità il tema dell’immigrazione o, per meglio dire, delle politiche di ripopolamento dei territori europei. Naturalmente, è questa una questione che riguarda anche il Grande Salento, seppur le opinioni in merito sono, a volte, molto discordanti. Certamente qui vale la pena evidenziare qualche dato statistico. In particolare, va subito messo in luce che la popolazione delle tre province salentine sta rapidamente invecchiando.

Nello specifico, mentre gli ultrasessantacinquenni fino a vent’anni fa costituivano pressoché il 15% della popolazione complessiva, oggi tale percentuale supera abbondantemente il 20%, dove lo stesso valore arriva al 22% nella provincia di Brindisi e al 23% nella provincia di Lecce, quella col maggior carico di persone anziane.
E la popolazione salentina invecchia, ma non si riproduce. A tal riguardo, mentre vent’anni fa i giovanissimi (quelli da 0 a 19 anni) rappresentavano il 25% della popolazione, oggi la situazione si presenta drammatica e ribaltata. Questi non superano il 20%. E qui, sempre la provincia di Lecce ha il primato negativo, registrando un appena 18%. Fanno meglio le province di Brindisi e Taranto, ma con scarti del tutto irrilevanti.

In linea con quanto detto, anche la famiglia ha perso la sua funzione riproduttiva in maniera importante. Infatti, mentre nel 2001 le tre province registravano un nucleo familiare intorno a valori di 2,8 persone, questo dato oggi è precipitato a 2,5, dove anche qui la provincia di Lecce registra la peggiore performances, con 2,47.
In sintesi, sotto il profilo demografico, la situazione si presenta preoccupante soprattutto per la provincia di Lecce, mentre le province di Brindisi e soprattutto di Taranto presentano dinamiche un po’ più decelerate, all’interno di un quadro ovviamente depressivo.

La componente della popolazione straniera, poi, non compensa tali tendenze, costituendo ancora una fetta della popolazione ancora molto bassa. Al riguardo, si pensi che gli stranieri nel Grande Salento non sono più del 2,5% della popolazione con un picco in provincia di Lecce, dove la percentuale sfora il 3%. In tutto, gli stranieri nelle nostre tre province, non superano le 44.000 unità su una popolazione complessiva di poco inferiore ad 1.800.000 unità.

La previsione per il prossimo decennio è che le tendenze debbano accentuarsi soprattutto in provincia di Lecce. Siamo pertanto in presenza di un netto fenomeno di invecchiamento della popolazione, dove i giovani non compensano più tale tendenza. Da qui, le politiche di immigrazione del Governo. E tuttavia è per noi conveniente che le autorità favoriscano l’arrivo di extracomunitari nelle nostre terre?
Al riguardo va considerato che la riduzione delle nascite nel Grande Salento è una soluzione che la popolazione ha dato spontaneamente al problema della disoccupazione. La nostra economia infatti non è in grado di assorbire tutte le giovani risorse. Noto è il tasso a due cifre della disoccupazione, soprattutto giovanile. E non è azzardato dire che il nostro territorio è sovrappopolato e che naturalmente si sta orientando verso scenari più consoni alla sottostante economia. Restando così la situazione demografica, infatti, nel giro di vent’anni il nostro territorio, per effetto della riduzione delle nascite, dovrebbe presentare tassi di disoccupazione più accettabili e tali che il sistema produttivo li possa sostenere, con beneficio per tutti.

In questa direzione, le operazioni di ripopolamento attuate dal governo sono assolutamente dannose, perché manterrebbero alto il tasso di disoccupazione e dunque di disagio sociale. E ciò perché il sistema produttivo del Grande Salento non presenta tendenze espansive, ma stabili e tali da assorbire solo una quota fissa di popolazione.

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