7di7 – Platone: caverna e catarsi

“Il mondo si sta trasformando in una caverna proprio come quella di Platone: tutti guardano le immagini e credono che siano realtà”. (José Saramago)

Il mito della caverna presente nel VII libro della Repubblica è uno dei più famosi del filosofo greco. In esso si delinea il percorso conoscitivo del filosofo, il quale, nella ricerca della verità si stacca dal mondo sensibile per raggiungere il Bene, e ritornare tra gli uomini per governare la città in maniera migliore.

La caverna è un luogo angosciante, buio, dove i prigionieri, incatenati fin da bambini, intravedono soltanto alcune ombre proiettate, grazie al bagliore del fuoco, sulla parete posta loro di fronte. Essi credono che queste siano l’unica realtà esistente e non possono immaginare ciò che accade alle loro spalle.

Si racconta di uno schiavo liberato e trascinato all’esterno della caverna.

Scoprendo che né le ombre che vedeva, né gli oggetti che scorrevano lungo il muro costituivano la vera realtà, egli sarebbe stato abbagliato dalla luce del sole; tornato alla caverna per comunicare agli altri prigionieri ciò che aveva visto e per aiutare a liberarsi dalla loro prigionia i suoi occhi faticarono a riadattarsi a quella angosciante oscurità. Venne deriso da tutti e tutti si convinsero che quella luce avesse rovinato la vista del povero prigioniero che, parallelamente al nefasto destino di Socrate, venne condannato a morte.

Doxa o Aletheia? Verità oppure opinione? È questo il nucleo fondamentale sul quale gettare le basi per una buona conoscenza di sé stessi e del mondo.

L’uomo scambia la realtà per quella che ne è soltanto una proiezione. L’idea dell’uomo liberato dalle catene della sua limitatezza ed il raggiungimento di una conoscenza della realtà pura è comune a molte culture: la letteratura, il cinema e tutte le arti in genere sono ricche di storie di uomini che hanno affrontato l’ostilità della contemporaneità arrivando a liberarsi dalle catene dell’opinione per approdare ad una verità incontaminata.

Nel Novecento poi il mito della caverna si è trasformato in una metafora che simboleggia quanto i mass media influenzino e dominino l’opinione pubblica, frapponendosi fra l’individuo e la notizia, manipolando questa secondo necessità.

Ciò che vuole regalare questo tipo di approfondimento è celebrare il potere di rinnovamento delle immagini e della narrazione come strumento per guardare con occhi diversi alla realtà.

LA CAVERNA – J. SARAMAGO

Non capita spesso di leggere un racconto dal forte accento filosofico. È sempre più difficile riuscire a trovare un’opera capace di segnare profondamente l’animo del lettore, ma non è il caso de La caverna, romanzo scritto dal premio Nobel per la letteratura José Saramago e pubblicato nel 2000. L’opera fa parte di quel filone della letteratura che viene definito “genere distopico” di cui fanno parte romanzi come La fattoria degli animali di G. Orwell, o Il mondo nuovo di A. Huxley.

Ambientata in un imprecisato futuro, la storia ha come protagonisti pochi personaggi le cui vicende sono legate a quella del Centro, una struttura chiamata in causa sin da subito e che avrà un ruolo determinante sia per quanto riguarda le vicende narrate ma soprattutto per il grande significato simbolico che essa rappresenta. Protagonista è il vasaio Cipriano Algor, un artigiano quasi in età da pensione, fornitore per il Centro di stoviglie in ceramica.

Alla sensazione di totale alienazione che viene ad accrescersi nel lettore man mano che la natura del Centro si disvela, Saramago contrappone la solidità dei rapporti umani che si respira all’interno della famiglia di Cipriano, soprattutto quando i protagonisti si ritrovano a dover riflettere sul senso della vita, sul passaggio del tempo e sulla ineluttabilità della morte attraverso dialoghi sempre profondi.

IL LABIRINTO DEL FAUNO

Spagna, 1944. Ufficialmente, la guerra civile è finita, ma un gruppo di ribelli lotta nelle montagne a nord di Navarra. Ofelia, dieci anni, si è trasferito nella zona con la madre. La ragazza scopre ben presto nei suoi tour giardino della casa in cui vivono, un labirinto e un intero mondo di fantasia si apre, portando conseguenze per tutti. Allegorico il percorso di Ofelia che arriva a ricongiungersi con un’idea pura, reale e immaginaria, di sé stessa. Regina di un regno in cui le cose sono visibili solo a chi le sa guardare, il film vede alla regia Guillermo Del Toro ed è stato in concorso al Festival di Cannes del 2006

THE TRUMAN SHOW

Obbligatoria è la presenza di questo film di Peter Weir.

Jim Carrey è Truman Burbank protagonista di un reality show dai tratti distopici, nel quale l’intrattenimento del pubblico è garantito dall’ipocrisia che circonda la vita del protagonista.

Truman Burbank è una persona normale e vive in una città completamente progettato per lui, dove i suoi movimenti sono monitorati 24 ore al giorno e trasmessi a milioni di spettatori di tutto il mondo.

Solo grazie ad alcuni degli attori che fungono da comparsa e agli affetti che Truman stabilisce sul set che è la sua vita, il grigiore della finta vita reale del protagonista si dirada, esattamente come per colui che attiva la curiosità e abbandona le sicurezze interne alla caverna per affrontare l’ignoto al di fuori di essa.

EXISTENZ

Una famosa designer di giochi di realtà virtuale, creatore di un nuovo gioco interattivo chiamato eXistenZ, è vittima di una persecuzione. Il gioco è atto a simulare un mondo parallelo assolutamente realistico. Questo prodotto rivoluzionario viene presentato dalla società informatica Antenna in anteprima a pochi fortunati, alcuni dei quali selezionati per una dimostrazione pratica. Tuttavia, durante la sessione, viene attentata la vita di Allegra.

ROOM

Un film claustrofobico, che è valso il premio oscar a Brie Larson.

In una piccola stanza, molto stretta, vivono Joy Newsome e suo figlio Jack, che ha solo cinque anni. Il piccolo Jack è nato lì e non sa nulla del mondo, non può neppure immaginare che possa esistere un mondo al di fuori di quella camera – viene ripresa in pieno l’allegoria della caverna di Platone – per quello che sa, il mondo è quella stanza.

MEMENTO

Immaginate di non riuscire più a ricordare gli avvenimenti.

Un problema alla vostra memoria a breve termine non vi permette più di immagazzinare informazioni, non ricordare più le situazioni recenti, affidarsi completamente a delle note e alla fiducia della gente.

In questa pellicola viene raccontata la storia di Leonard Shelby che, dopo un’aggressione subita dai due sconosciuti assassini di sua moglie, ha subito un grave danno cerebrale che gli impedisce di fabbricare nuovi ricordi. Nel corso della vicenda che vede coinvolto Leonard nel faticoso sforzo di ricostruire quanto accaduto per poter rintracciare i colpevoli, è spesso possibile vederlo intento a scrivere appunti, tatuarsi numeri di telefono o scattare fotografie per ricordarsi di persone, luoghi o eventi che altrimenti scivolerebbero inesorabilmente via dalla sua memoria.

Ma la mente di Leonard è davvero danneggiata? Davvero non è possibile fidarsi di ciò che dice per il solo fatto che deve convivere con questo danno cerebrale?

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