Novoli (Le) – Tra sorsi sinceri, risate contagiose e la palpabile emozione di una premiazione sentita, Novoli ha nuovamente acceso i riflettori sul suo cuore più autentico con la seconda edizione di “Mieru te Garace“, il palio dedicato ai vini “casaluri“. Ospitato presso il Palazzo Baronale di Novoli nella giornata di sabato 26 aprile 2025, l’evento, orchestrato con dedizione dal collettivo “Lu sipàle“, ha ribadito il profondo legame della comunità con una tradizione secolare: la produzione domestica di vino, un’usanza che riecheggia il fenomeno internazionale dei “vin de garage“, nato per celebrare la passione e la micro-produzione di nettari unici.
Come già nella sua acclamata prima edizione, “Mieru te Garace” ha rappresentato un vibrante omaggio a quel “mieru te casa” che per generazioni ha arricchito le tavole e le convivialità novolesi. Questa pratica, un tempo necessità e oggi sempre più un atto d’amore per la terra e i suoi frutti, si inserisce in una narrazione più ampia che vede realtà come il “Wine Garage Contest” di Corato testimoniare un desiderio collettivo di riscoperta delle origini e della genuinità del vino autoprodotto. In questo contesto, la seconda edizione di Novoli ha rafforzato il concetto di un legame indissolubile tra la comunità, il suo territorio e la sapiente arte di trasformare l’uva in un prodotto verace.
L’eco della definizione coniata all’inizio degli anni Novanta dal grande esperto Michel Bettane risuona anche tra le vie di Novoli. Il termine “vin de garage“, nato per descrivere quelle micro realtà artigianali del Bordeaux capaci di produrre vini di carattere in spazi ristretti, ha codificato una sensibilità “sovversiva” rispetto ai canoni tradizionali. Questi pionieri, con Jean Luc Thunevin del Château Valandraud come figura emblematica, hanno dimostrato che l’audacia, la sperimentazione e un’attenzione maniacale alla vigna e alla vinificazione potevano dare vita a vini unici, ricercati persino dai palati più esigenti e consacrati da critici influenti come Robert Parker. L’Italia non è stata da meno, con esempi illustri come le prime annate de L’Apparita e la nascita quasi “garagista” del Masseto, fino al culto del Redigaffi, a testimoniare come anche nel Bel Paese la passione e la dedizione possano generare eccellenze da micro-produzioni.
Anche la Puglia, con la sua ricca tradizione vitivinicola, annovera figure che incarnano lo spirito più autentico del “vin de garage”, vignaioli che mettono la vigna al centro del loro lavoro, producendo vini che sono vera espressione del territorio. Si pensi a Natalino del Prete di San Donaci, un vignaiolo di altri tempi che porta con sé una saggezza contadina fatta di ascolto della terra. Come lui stesso afferma: “I vini li faccio in vigna”. La sua filosofia, che lo ha portato a una conversione al biologico già nel 1994, rifugge le scorciatoie della cantina, puntando su uve sane e genuine per ottenere vini che siano vera espressione del Salento, lontani da omologazioni e fronzoli. Sebbene la sua azienda sia oggi riconosciuta, le sue prime produzioni, con basse rese e un profondo rispetto per i vitigni autoctoni come il Primitivo, possono essere considerate un esempio di quella ricerca di autenticità che anima il mondo dei “vin de garage”.
Similmente, la Vitivinicola Alessandro Carrozzo di Magliano, con il suo Carminio, un Negroamaro in purezza elogiato già nei primi anni novanta da Franco Ziliani per la sua aderenza territoriale, e il suo Krasì, un Primitivo schietto e verace, rappresentano un’altra espressione di questa passione per vini autentici come i loro produttori Pino e Alessandro Carrozzo, che nascono da una profonda conoscenza della terra.
Un altro aneddoto che rimanda a questo spirito pionieristico nel Salento è il ricordo di un Primitivo prodotto da un appassionato di Torre Santa Susanna sempre agli inizi degli anni Novanta. Questo vino, presentato in uno dei primi saloni dedicati ai vini locali organizzato dalla Camera di Commercio di Lecce, sorprese la critica perché nonostante la sua elevata gradazione alcolica il vino si presentava insolitamente secco ed elegante, caratteristiche non comuni per un Primitivo in cui spesso la firma inconfondibile è la straordinaria capacità di produrre zuccheri che si traduce in vini ad alta gradazione e un residuo zuccherino considerevole. Questo episodio testimonia come anche a livello amatoriale, nel Salento, vi fosse una ricerca di interpretazioni uniche e personali dei vitigni autoctoni, anticipando o aderendo forse inconsapevolmente alla filosofia dei “vin de garage”.
La seconda edizione di “Mieru te Garace” ha visto nuovamente la partecipazione entusiasta dei “forate resistenti” novolesi, che con passione producono vino tra le mura domestiche. I loro nettari sono stati valutati da una giuria tecnica qualificata e offerti in degustazione al pubblico, che ha decretato il vincitore del premio popolare. Questo connubio tra valutazione esperta e apprezzamento popolare ha animato l’evento con uno spirito di convivialità e condivisione.
L’evento ha previsto l’assegnazione di due riconoscimenti significativi. Il Premio Popolare, affettuosamente dedicato a Luigi De Luca detto Zombi, una figura cara alla comunità per la sua passione nel produrre e condividere il vino casalingo, è stato conferito al vino etichetta numero 9 di Antonio Marzo per il suo moscato di tradizione (muscateddra selvatica). Vino che ha saputo conquistare il cuore e il palato del pubblico, forse perché il moscato è il vitigno che più rappresenta la tradizione enologica di Novoli.
Il Premio della Giuria Tecnica è stato invece espresso da un panel di esperti, tra cui l’enologo e consulente Marco Mascellani, la sommelier e referente ANAG Annamaria De Luca, lo scrittore e poeta vignaiolo Francesco Mazzotta, l’appassionata sommelier Marta Metrangolo e lo scrittore, cuoco, giornalista ed esperto di cucina popolare salentina Massimo Vaglio. Tra i dieci “vignaioli garagisti” partecipanti, il riconoscimento della giuria tecnica è andato al vino rosso (etichetta numero 7) di Gigi Zaccaria, premiato probabilmente per la sua armonia complessiva.
Tutti i dieci concorrenti, tra cui anche Simone Leaci e Antonio Bacca (premiati nell’edizione precedente), Giovanni Pati, Paolo Costa, Ele Vergari, Antonio Marzo e le nuove partecipazioni di Italo Vetrugno e Paolo Bruno, Gigi Zaccaria oltre al vino sperimentale “di nodi” e del portavoce Antonio Pio Mazzotta, sono stati ringraziati con un dono artistico: due stampe realizzate a tiratura limitata del Maestro Sergio Sebaste. Per gli organizzatori, Dario Quarta – Direttore Responsabile di “qui Salento” , Antonio Pio Mazzotta, Eletta Sebaste e Luciano Salamac, hanno consegnato ai vincitori i premi speciali: una botticella in rovere per Gigi Zaccaria e una caraffa in ceramica smaltata personalizzata per Antonio Marzo.
Questi vini, pur nella loro natura artigianale, hanno saputo emozionare e creare un senso di unione attorno al territorio e al valore della terra, celebrando il piacere della convivialità e dell’amicizia.
Come la prima edizione, anche questa seconda celebrazione del “Mieru te Garace” a Novoli ha rappresentato un momento di riscoperta e valorizzazione di un patrimonio culturale immateriale. In un’epoca di globalizzazione, iniziative come questa sottolineano l’importanza di preservare le tradizioni locali e di riconoscere il valore intrinseco di un prodotto che nasce dalla passione, dal legame con la terra e da un sapere tramandato di generazione in generazione. Il “mieru te garace” novolese, con la sua veracità e il suo carattere unico, si pone così come un piccolo ma significativo tassello in quella “nicchia” di vini autentici e appassionanti che, dal Bordeaux alla Puglia, continuano a conquistare i cuori e i palati di chi cerca nel calice non solo un prodotto, ma una storia e un’identità.
Se anche tu conosci o produci dei “vin de garage” pugliese, vini autentici che parlano del territorio con la schiettezza o con la passione artigianale dei produttori di “mieru te garace” di Novoli, segnalacelo alla nostra redazione! (mail: winefoodvoyage@gmail.com ) Saremo felici di raccontare la loro storia e di dare voce a questa vibrante e verace espressione del nostro amato Salento e di tutta la Puglia.
L’appuntamento per le prossime edizioni di “Mieru te Garace” è già nell’aria, con la promessa di continuare a celebrare questo autentico tesoro del nostro amato territorio.