Il silenzio con la musica degli angeli a Novoli: la Natività della Vergine nella Chiesa di Sant’Andrea Apostolo

Viviamo in un mondo in cui abbiamo la grandissima opportunità di ascoltare musica, contrariamente al silenzio che, come dimostrato dal compositore statunitense John Cage, non esiste. Certo è però che, oltre a ciò che udiamo con le orecchie, esiste un’altra musica che può essere percepita con gli occhi, visibile nelle opere d’arte grazie alla presenza di cartigli, strumenti, cori angelici, ecc.

Gli esempi più significativi, a parte nei musei, si trovano principalmente nelle basiliche, conventi e chiese. La ricchezza di questi luoghi anche nel Salento potrebbe rappresentare la cassa di risonanza ove poter ascoltare la voce di Dio, della Vergine Maria e dei Santi che si contrappunta con quella del grande Concerto celeste.

A parte gli exempla delle opere di grande ispirazione religiosa attribuite al Beato Angelico, la presenza e il riferimento alla musica è così presente nella storia dell’arte al punto da rendersi necessario l’intervento di studiosi che si occupano di iconografia musicale, un settore della musicologia sempre più in crescita.

Un’opera pittorica con queste caratteristiche, non ancora indagata, si trova nella Chiesa di Sant’ Andrea Apostolo di Novoli (Lecce) di cui, pur avvalendomi di una foto, se ne fornisce una prima lettura.

Accolto l’invito dalla Madonna col Bambino dai due angeli, posti sul portale, ad entrare nel luogo sacro (conosciuto anche come Chiesa Madre) e attraversato l’ampio spazio della chiesa a croce latina, non sfugge un altare in pietra leccese (sormontato da un rosone che incornicia la lettera M come simbolo della Vergine Maria) ove è collocata la tela Natività della Vergine (metà del XVII sec.) attribuita al gallipolino Giovanni Andrea Coppola (1597 -1659). L’opera pittorica presenta la seguente scena: si notano alcune giovani donne che si prestano ad accudire la piccolissima Maria insieme a S. Anna e S. Gioacchino, suoi rispettivi genitori. Volgendo lo sguardo nella parte superiore sono presenti degli angeli e/o dei putti: alcuni, affacciandosi da una specie di balaustra, guardano in basso ove si svolge la scena mentre altri, intenti a suonare uno strumento o a cantare, si cercano con gli sguardi affinché coordinarsi per una più funzionale armonia. Pur trattandosi di figure piccole e non sufficientemente nitide provo tuttavia a fornirne una descrizione, sorvolando altri dettagli, più dal punto di vista organologico, iniziando da sinistra.

La posizione dello strumento (trattenuto tra le gambe) sostenuto dal primo angelo musicante, suggerisce che trattasi di una viola da gamba anche da altri indizi, strumento in voga nel periodo in cui vive l’artista. Si nota l’arco nella mano destra, impugnato dalla parte inferiore rispetto alla bacchetta di legno che regge i crini di cavallo, che sfrega le corde pur non visibili. L’altra mano invece è posata sulla tastiera atta a realizzare la posizione che consente di ottenere i suoni. La figura accanto appare quasi rilassata e distesa di lato, appoggiando il viso sulla gamba sinistra del violista quasi a lasciarsi cullare dalla musica. Segue un gruppo di cinque personaggi. A parte gli sguardi dei primi due è interessante notare la figura centrale, la più piccola, con il braccio sinistro penzoloni sulla balaustra, perché offre la propria schiena come appoggio del libro ove è notata la musica da cantare da quanto è visibile dalla direzione dello sguardo delle due figure successive. L’altro soggetto, probabilmente, suona l’arpa mentre con lo sguardo è alla ricerca della giusta intesa con l’angelo musicante all’estrema destra impegnato a suonare la lira. In quest’ultimo caso si può notare sia la forma dello strumento che la mano destra che pizzica le corde, pur non visibili.

Purtroppo, non disponendo di altri indizi, non possiamo dedurre che cosa si stia eseguendo; trattasi comunque di musica concepita per coloro che in quel momento ‘abitano’ l’opera e per coloro che si trovano nella condizione spirituale idonea a vivere ciò che vuole rappresentare l’artista.

Pur trattandosi di musica a noi non udibile con le orecchie possiamo ugualmente percepire con gli occhi ed ascoltare finalmente quel silenzio che è dentro di noi e che permette di entrare in contatto con il Padre Celeste.

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