Turismo e cultura nel Salento, tra opportunità e criticità

Novoli (Le) – Turismo e cultura, due termini ormai entrati a far parte dell’immaginario collettivo, molto semplici all’apparenza, ma che diventano difficili da tradurre nella realtà concreta, particolarmente nelle zone del Sud Italia. Partendo però da queste due parole, lo scorso 31 ottobre, a Novoli, si è a lungo discusso su quali possano essere le reali possibilità di coniugazione di quelle che sono, probabilmente, le due attività che il territorio salentino può e deve imparare a gestire meglio, a proprio vantaggio.

L’occasione per fare ciò è stato l’incontro promosso dal Circolo del Partito Democratico di Novoli, all’interno del Palazzo Baronale in Piazza Regina Margherita. Appuntamento che ha visto la partecipazione di esperti del settore, di giornalisti e di cittadini attivamente coinvolti nella vita politica comunitaria e che ha dato l’opportunità ai presenti di poter analizzare punti a favore e criticità del settore turistico ed economico salentino.

Siamo qui per tornare a dialogare con i cittadini, sentire quelle che sono le loro idee – ha dichiarato in apertura Simone Caricato, membro del direttivo PD di Novoli – e attraverso ciò, ristabilire il giusto ruolo della politica locale all’interno della comunità. Inoltre oggi avremo a supporto delle nostre argomentazioni, dati e numeri, al fine di rendere conto in maniera ordinata e precisa di  quanto accade nel settore economico locale”.

L’intera discussione si è svolta sotto la guida di Antonio Soleti, giornalista e direttore responsabile di Paisemiu.com, che ha stimolato con domande e precisazioni, gli interventi dei presenti: “Ci rendiamo conto – ha esordito Soleti – che queste tematiche fanno fatica ad intercettare i bisogni di un territorio che è fortemente in affanno. Sono due temi a noi cari, in Italia abbiamo circa 3609 musei, 5000 sedi culturali tra monumenti e aree archeologiche, questa eredità non rappresenta solo il nostro passato, e il nostro presente, ma anche il nostro futuro. Questo agglomerato di numeri – ha proseguito il direttore – ci rende unici, è chiaro che non basta vantare queste proprietà, tali beni culturali per attrarre l’attenzione necessitano di manutenzione, progettualità organiche che consentano di prevedere un potenziamento delle infrastrutture e promettano, a queste realtà, un barlume di sopravvivenza. La maggior parte del turismo culturale in Italia è estero, sono milioni gli stranieri che visitano l’Italia. Come possiamo trasformare – ha poi concluso Soleti, lasciando la risposta ai relatori  – il nostro patrimonio turistico in una risorsa, sia in termini di PIL, sia in termini occupazionali?”

Domanda colta immediatamente da Gianni Curto, docente di economia del turismo e presidente ARFOTUR Milano:“Far diventare tutto ciò un prodotto, non è difficile, basta la volontà di farlo. Il passaggio dalla risorsa a prodotto turistico si fa a attraverso l’organizzazione di risorse umane che si occupano del prodotto turistico e attraverso la comunicazione. Uno dei grandi problemi sono gli imprenditori che si improvvisano imprenditori turistici, pensando che basti promuovere il proprio prodotto, un albergo, per promuovere il Salento. In tal senso –ha affermato Curto – proporrei di effettuare un censimento di tutti gli attrattori turistici presenti sul territorio, ciò non vale solo per i beni materiali, ma anche per eventi, sagre, feste, che il sud offre. Come ad esempio il noto evento Fòcara, io stesso ho proposto delle manifestazioni prima durante e dopo l’evento, un momento di confronto e crescita, ma la mia richiesta è rimasta inascoltata. Oggi punterei sul turismo esperienziale”.

Il percorso di riflessione è poi proseguito con Mauro Ragosta, economista e direttore editoriale di Paisemiu.com: “Il turismo in provincia di Lecce è un fenomeno economico relativamente giovane, si sviluppa dal 2002 in poi, dall’ingresso dell’euro. Il problema turistico locale, a mio parere, non è legato a quello delle infrastrutture, a prescindere da esse noi registriamo 6 milioni di turisti, andando a costituire il 10% del PIL locale. Tuttavia il nostro è un turismo quantitativo e non ancora qualitativo, ed occorre tempo per effettuare questo passaggio. Nel mio libro “Capire l’economia della provincia di Lecce”, ho approfondito questa tematica, suddividendo lo sviluppo turistico leccese in 4 passaggi: sviluppo spontaneo, quantitativo, la crisi e infine, il quarto è il momento qualitativo, il che spiega bene quanto accaduto con la crisi del turismo a Gallipoli, dove questo è passato dal momento quantitativo alla ovvia crisi. Capire queste dinamiche può aiutarci a comprendere e prevedere in che direzione si muove il nostro territorio”.

A conclusione dell’incontro rimangono ancora molti nodi da sciogliere, e che riguardano non solo il ruolo che ogni cittadino può svolgere per migliorare l’offerta al fine di puntare ad un turismo qualitativo; discorso che passa dall’inevitabile necessità di puntare non solo sulla formazione dei giovani, ma anche su quella degli imprenditori locali, che spesso si improvvisano imprenditori turistici; senza tralasciare il preziosismo e fondamentale ruolo delle istituzioni e degli amministratori pubblici, per intercettare fondi e opportunità per una crescita comune e costante.

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